Tante volte si sente dire che è di fondamentale rilevanza instaurare con il proprio figlio o studente una relazione orientata alla fiducia. Non è facile, ma è un punto di partenza davvero importante, perché significa interessarsi del modo in cui il bambino/ragazzo utilizza i media: fidarsi significa mostrarsi disponibili all’ascolto e al dialogo, cercando di non giudicare né rivolgere al ragazzo degli ordini perentori o limitare le sue attività online.
Sensibilizzare i ragazzi alla tematica del cyberbullismo o discutere apertamente degli svariati pericoli presenti nel cyberspazio non sempre basta: è bene proporre un’educazione attiva per stimolare l’interesse dei ragazzi al problema, evitando insegnamenti categorici o imposizioni che potrebbero annoiare il ragazzo o invogliarlo a infrangere le regole.
È bene educare alla prudenza, non generare allarmismo.
Si suggerisce di adottare uno stile autorevole, piuttosto che autoritario, permissivo o iperprotettivo: ciò significa dimostrare attenzione al vissuto emotivo quotidiano dei propri figli/studenti, rispondere alle loro domande, scoprire insieme quanto le Nuove Tecnologie possano rivelarsi utili.
Lo ripetiamo: genitori ed insegnanti hanno un ruolo educativo tale per cui sono chiamati ad interessarsi; devono accettare i progressi tecnologici, la loro pervasitivà, devono conoscerli e devono esserci, accompagnando il ragazzo ad utilizzare le tecnologie in modo responsabile.
Ciò implica lasciare ai ragazzi i propri spazi per apprendere in prima persona, tuttavia concordando sempre con loro anche le modalità con cui accompagnarli nell’utilizzo dei media. Per esempio, è fondamentale far comprendere che ci sono amici e “amici”: è bene sviluppare nei propri figli senso critico che consenta loro individuare le persone di cui si possono fidare. A ciò consegue il prestare attenzione a fornire i propri dati personali perché potrebbero essere utilizzati in modo sbagliato e pericoloso: sulle piattaforme digitali bisogna svelare informazioni su di sé il meno possibile.
In caso di situazioni di cyberbullismo, bisogna sostenere i ragazzi coinvolti ed esortarli a non rispondere ai contenuti offensivi (email, insulti, messaggi): una mossa ben più avveduta è invece salvare tutti questi contenuti, prendendo nota del giorno e dell’ora in cui sono stati ricevuti.
Inoltre, spesso sui social è possibile inviare una segnalazione al centro di assistenza oppure richiedere che i contenuti offensivi vengano rimossi. Nei casi di minor portata, si possono bloccare le email moleste oppure si possono modificare il proprio nickname o il numero di cellulare.
Come ultima spiaggia, per i casi più gravi si consiglia di contattare la Polizia Postale.
Quelli elencati sono un riassunto di consigli utili, i quali purtroppo non sempre rimuovono completamente l’aggressività che sta alla base delle azioni moleste che si incontrano in rete.
Ciò su cui bisogna far leva è proprio la relazione tra genitori/insegnanti e ragazzi, fruitori quotidiani di Nuove Tecnologie.
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