La situazione di emergenza sanitaria che oggi coinvolge il nostro Paese ha influito su qualsiasi ambito sociale e lavorativo, talvolta in maniera molto drastica. Il contesto scolastico è stato quello messo alla prova fin dall’inizio, con cambiamenti nella didattica e nell’organizzazione non indifferenti e soprattutto repentini.
Gli istituti scolastici oggi sono suddivisi in base alle modalità della gestione della didattica: infatti, le scuole primarie e la prima classe della scuola secondaria di primo grado conducono la didattica in presenza, invece, le classi seconda e terza della scuola secondaria di primo grado e le scuole secondarie di secondo grado agiscono sulla base della didattica a distanza.
Possiamo immaginare quanto sia impegnativo per il corpo docente modulare le proprie risorse sulla base di questi cambiamenti, anche in funzione delle dinamiche insite nell’aspetto tecnologico.
La didattica a distanza
Come in ogni situazione vi sono aspetti di potenzialità e altri di difficoltà. Sicuramente, la possibilità di avere a disposizione e utilizzare dispositivi tecnologici può rappresentare un punto di forza in quanto, servirsi di mezzi che rendono la classica lezione frontale più alternativa e allettante per lo studente può, conseguentemente, rendere meno difficoltosa la gestione del percorso formativo da parte degli insegnanti. È indubbio come questa modalità possa rappresentare forti titubanze e incertezze relative al mancato contatto con gli alunni e allo scarso controllo di questi.
Per affrontare il programma didattico e perseguire gli obiettivi formativi l’insegnante potrebbe servirsi di piattaforme online che consentano la condivisione con gli studenti di contenuti disciplinari interattivi. Ne è un esempio Padlet, una bacheca virtuale dove è possibile inserire testo, immagini, video, musica e grafici. Il portale può essere condiviso dal docente agli studenti così che loro stessi possano essere parte attiva della lezione. Un ulteriore strumento utile a rendere la didattica a distanza meno statica che verte anche sulla possibilità di avere un maggiore controllo sull’avvenuto apprendimento da parte degli studenti è Kahoot, un sistema di apprendimento basato sul gioco. Sul portale web è possibile creare quiz su contenuti disciplinari e interdisciplinari nelle modalità più varie e questi possono essere ideati sia dai docenti che dagli stessi studenti. Potrebbe essere un’ottima alternativa al ripasso generale prima di una verifica o per l’analisi della comprensione di alcuni concetti fondamentali prima dell’introduzione ad altri. In questo senso, il docente, al termine del quiz, ha la possibilità di visualizzare un resoconto che comprende i nominativi degli studenti che hanno partecipato e, accanto a ciascun nome, le risposte corrette che hanno dato.
La didattica in presenza
Anche la didattica in presenza non è stata risparmiata da tutti quei cambiamenti che riscontriamo nel mantenimento delle distanze sociali, nell’assenza di contatto fisico e nella gestione dell’aula.
Se pensiamo che questa modalità di “fare scuola” riguarda una fascia d’età evolutiva piuttosto precoce possiamo immaginare quanto per un bambino sia difficoltoso mantenere le distanze, specialmente fisiche, con l’altro, che sia compagno di classe o docente. Sulla base di questi presupposti e considerando che sono anche loro immersi in questa situazione destabilizzante possiamo modulare l’approccio entrando in contatto con loro seppur non fisicamente. In quest’ottica, utilizzando l’appello emotivo al posto di quello tradizionale il docente con la semplice domanda “come stai?” pone il bambino al centro del suo pensiero e conferisce valore ai suoi sentimenti e alle sensazioni che sperimenta di giorno in giorno.
Considerando, invece, l’aspetto più strutturale e comportamentale della didattica in presenza, una disposizione dell’aula a ferro di cavallo, nel rispetto delle norme sanitarie, consente di avere un contatto oculare con tutti i presenti e quindi, di sentirsi protagonisti delle attività. Sul piano del comportamento, viste le norme igienico-sanitarie che anche i bambini sono tenuti a seguire vi sono strategie utili per rendere queste routine più attrattive e meno impositive. L’utilizzo della Token Economy come modalità di supervisione dei comportamenti rappresenta una strategia alternativa al classico tabellone delle regole: in questo caso vi sarà un cartellone rappresentante i comportamenti da seguire e l’elenco dei nomi degli alunni. Al completamento del comportamento richiesto il bambino riceve un “gettone” da incollare sul cartellone. Lo scopo è quello di far rispettare le regole agli alunni ma ponendole in un’ottica di divertimento per il raggiungimento di più gettoni.